ACCIAIERIA
Stabilimento industriale per la lavorazione della ghisa e la produzione dell'acciaio
ACCIAIO
È il nome dato comunemente ad una lega di ferro e carbonio contenente una percentuale di carbonio non superiore al 2,1%
ACCIAIO A BASSO CARBONIO
Acciaio contenente meno del 3% di carbonio. Questo acciaio è molto duttile e può essere allungato o arrotolato per parti meccaniche
ACCIAIO AUSTENITICO
Acciai non magnetici, non temprabili, generalmente ben saldabili, che contengono nickel e 18% di cromo per aumentarne la resistenza alla corrosione. L’acciaio austenitico è la categoria di acciaio più diffusa
ACCIAI INOSSIDABILI
Sono leghe ferrose che contengono cromo in ragione di almeno il 10,5% con proprietà meccaniche tipiche degli acciai al carbonio e una notevole resistenza alla corrosione, specie in aria umida o in acqua dolce e mantengono la loro durezza ad alta temperatura
ACCIAIO SEMI-LAVORATO
Prodotti di acciaio come barre tonde, lamiere, ect...
AlSl (American Iron and Steel Institute)
Associazione commerciale dell’America del Nord con 50 società membro e più di 100 membri associati. Queste aziende rappresentano gli Stati Uniti, il Canada ed il Messico in tutti gli aspetti dell’industria siderurgica
ALLUNGAMENTO
Misura della deformazione subita sino alla rottura (si usano provette standard)
BARRA OTTONE IN VERGHE
Semilavorato a sezione tonda, esagona e quadra fornito in verghe, rotoli e bobine, con caratteristiche di ottima lavorabilità all’utensile, permettendo lavorazioni ad elevate velocità.
CARICO DI ROTTURA
Definisce il carico che l'acciaio può sopportare prima di rompersi. Solitamente verificato con provette standard.
CARICO DI SNERVAMENTO
Sollecitazione alla quale il metallo mostra una evidente deviazione dalla proporzionalità fra sollecitazione
e deformazione. Uno scostamento dello 0,2% è solitamente utilizzato per diversi metalli.
CARBONIO
Il carbonio è l'elemento chimico della tavola periodica degli elementi che ha come simbolo C e come numero atomico 6. È un elemento non metallico, tetravalente.
CENTRO SERVIZI
Operatore che acquista i metalli, li stocca e poi li rivende in forme leggermene differenti da come è stato prodotto dall’acciaieria.
CORROSIONE
La naturale degradazione dell’acciaio a causa di condizioni atmosferiche o altri fattori.
COLATA
Insieme dell'acciaio o della ghisa fabbricati in una serie di operazioni nel forno o nell'altoforno. Il termine viene utilizzato perciò per designare l'insieme dei semiprodotti derivanti da una stessa carica del forno ed aventi pertanto la stessa composizione.
CROMO (CR)
Elemento di lega che viene utilizzato nell’acciaio inossidabile per impedire la corrosione.
DUREZZA
La durezza è definibile come la resistenza dei metalli alla penetrazione. Possono essere utilizzati vari metodi di misura, per esempio le misure di durezza Brinell, Vickers, Rockwell e Knoop, che com'è noto si distinguono per tipo di penetratore usato e per il carico applicato.
L’acciaio inossidabile in laminati piani si usa generalmente il metodo Rockwell.
ELEMENTO DI LEGA
L’aggiunta di qualsiasi elemento metallico nella produzione di acciaio per aumentare durezza, resistenza o resistenza alla corrosione. Molibdeno, nickel e cromo sono i più comuni elementi di lega nell’acciaio inossidabile.
EXTRA LEGA
Prezzo di vendita del produttore con un supplemento/ricarico aggiunto per compensare/bilanciare l’aumento dei costi dei materiali di base dovuti dall’aumento dei prezzi della lega.
FERRITICO
Acciaio magnetico, non temprabile che possiede un basso contenuto di carbonio e conteniene cromo come elemento maggiore di lega si solito tra 13%-17%. Il secondo acciaio più utilizzato. Gli acciai ferritici sono generalmente utilizzati in ambito motoristico e nei sistemi di scarico, serbatoi di acqua e nell’assetto interno architettonico.
FINITURA
Condizione di presentazione del prodotto inossidabile, generalmente definibile in termini di brillantezza e/o rugosita'.
FIORETTATO
Finitura superficiale tipica dei recipienti per il settore enologico e caseario ma utilizzata anche nel settore automobilistico per i parafanghi dei mezzi pesanti. È ottenuta per effetto di una abrasione meccanica circolare a passo, sia su nastro che su lamiere. Il fiore (e quindi il tampone che abrade la lamiera) può avere diametro e passo variabile.
FORNO CONTINUO
Forno utilizzato per trattamenti termici che progrediscono continuamente, con il metallo che entra da un lato e fuoriesce dall’altro.
INCRUDIMENTO
Incremento della durezza di un metallo solitamente legato ad un riscaldamento seguito da un raffreddamento . La deformazione a freddo agisce attraverso l'accumulo di difetti reticolari nel grano cristallino che ostacolano l'ulteriore deformazione. Il materiale può essere riportato nelle condizioni originali con un opportuno trattamento termico (ricottura).
LASER TAGLIO
“Laser” corrisponde alla sigla “Light amplification by stimulated emission of radiation”. Esso costituisce una sorgente di radiazione elettromagnetica. Il taglio si effettua praticando con il raggio laser un foro sul pezzo da tagliare, producendo una fusione con vaporizzazione limitata all’area del taglio. Nell’esecuzione pratica, un ugello dirige un getto di gas ad alta velocità al fine di rimuovere il materiale dalla parte inferiore del pezzo, ottenendo così una fessura molto sottile.
LAMINATOIO
Impianto per la riduzione di spessore o genericamente di sezione.
LAMINATO PIANO
Materiale in spessore relativamente sottile e grande larghezza, ottenuto per laminazione a caldo e/o a freddo.
LAMINAZIONE A CALDO
Nelle operazioni della laminazione a caldo di nastri (coil), il lingotto o la bramma, a sezione rettangolare, viene riscaldato nei forni a pozzo fino al limite superiore della temperatura di laminazione che arriva ai 1230°C per gli acciai austenitici e 1130°C per gli acciai ferritici. Successivamente, lo spessore viene ottenuto mediante ripetute passate su vari tipi di laminato ad una temperatura costante che si aggira attorno ai 900°C. Seguono i trattamenti termici opportuni e infine le operazioni decappaggio.
LAMINAZIONE A FREDDO
La caratteristica peculiare della laminazione a freddo rispetto a quella a caldo risiede nelle caratteristiche dei laminatoi. Quelli a freddo possiedono una grande rigidità strutturale per garantire elevate precisioni di forma e di planarità del nastro.
Essi sono dimensionati per applicare le elevate pressioni specifiche tra i cilindri di lavoro e il nastro, necessarie per la deformazione a freddo di materiali già laminato a caldo e opportunamente addolciti.
LEGA
Miscela omogenea (per lo più soluzione solida contenente eventualmente particelle di composti intermetallici o carburi) nella quale figurano due o più elementi. Ad esempio, il Ferro in lega con percentuali più o meno rilevanti di Carbonio ed altri elementi (Cr, Mn, Ni, Mo, W ecc.) forma gli acciai.
MARTENSITICO
Una piccola categoria di acciaio inossidabile che contiene 12% di cromo, un leggero livello di carbonio e un basso contenuto di nickel.
METALLO
Ogni elemento chimico a struttura cristallina, duttile e malleabile, caratterizzato da buona conducibilità termica ed elettrica, elevato peso specifico e potere riflettente, chimicamente elettropositivo, presente in natura allo stato nativo, più spesso in composti (spec. ossidi, solfuri, solfati, carbonati).
METALLO NON FERROSO
Metallo o lega non contenente ferro.
MOLIBDENO
Numero atomico 42, simbolo Mo. È un metallo di transizione e allo stato naturale è di colore bianco argenteo. È un metallo molto duro e tra gli elementi è quello contraddistinto da uno dei più elevati punti di fusione. In piccola quantità ha un effetto indurente sull'acciaio.
NASTRO
Foglio di acciaio arrotolato per facilitarne il trasporto e lo stoccaggio.
NASTRI LAMINATI A FREDDO (Foglio)
Il foglio di acciaio decappato viene fatto passare attraverso un laminatoio a freddo di riduzione. L’acciaio laminato a freddo è più sottile e forte rispetto al foglio laminato a caldo ed è più costoso.
NICHEL (Ni)
Elemento di lega utilizzato negli acciai inossidabili per migliorarne la duttilità e la resistenza alla corrosione.
Il nichel è uno dei cinque elementi ferromagnetici ed è assai apprezzato per le proprietà che conferisce alle leghe metalliche di cui fa parte.
Data la sua ottima resistenza all'ossidazione, il nichel è largamente utilizzato (circa il 65% del consumo mondiale) per la produzione dell’ acciaio inox austenitico e un altro 12% viene impiegato per la produzione di superleghe.
OSSIDAZIONE
Ruggine o corrosione causate dall’esposizione all’ossigeno.
OTTONE
Lega ossidabile formata da rame (Cu) e zinco (Zn), il cui tenore di quest'ultimo determina le proprietà come la resistenza meccanica, il colore, la lavorabilità all'utensile, la duttilità, la conduzione di elettricità e calore, la resistenza all'abrasione e alla corrosione.
PASSIVO
Lo stato di un metallo la cui reazione sulla superficie di un prodotto causa un’evidente e veloce corrosione in assenza del prodotto.
PASSIVAZIONE
La dizione anglosassone di stainless (senza macchia) definisce la capacità di questi materiali di ossidarsi ma non arrugginirsi (o come si suol dire di passivarsi) negli ambienti atmosferici e naturali. Il fenomeno della passivazione avviene per reazione del metallo con l’ambiente ossidante (aria, acqua, soluzioni varie, ecc)
In particolare il film passivo può essere più o meno resistente in funzione della concentrazione di cromo nella lega e in relazione all’eventuale presenza di altri elementi leganti quali il nichel, il molibdeno, il titanio.
PIATTO
Prodotto finito laminato a caldo, fucinato o trafilato, in barre di sezione rettangolare.
PIEGATURA
La piegatura di lamiere e nastri è realizzata su presse piegatrici. Sebbene tutti gli acciai possano essere sottoposti a questo tipo di formatura, gli austenitici risultano essere i più performanti.
PLASMA TAGLIO
Il plasma è un gas (miscela di argon e idrogeno oppure azoto) reso elettricamente conduttivo per ionizzazione. Per ricombinazione sul pezzo in lavorazione, l’energia già impegnata nella dissociazione e nella ionizzazione si libera e si possono giungere a superare anche temperature dell’ordine di 25.000°K. Questa tecnica è molto utilizzata soprattutto con acciai fortemente legati come gli acciai inossidabili. Nel taglio al plasma l’energia viene apportata elettricamente dall’esterno e il taglio si può effettuare sia manualmente che automaticamente su spessori da alcuni millimetri a parecchie decine di millimetri.
PLANARITA’
Scostamento del piano orizzontale di un laminato sotto il proprio peso.
PROPRIETA’ FISICHE
Proprietà del metallo o della lega relativamente indipendenti dalla microstruttura e che possono essere misurate senza l’applicazione di una forza (ad esempio, densità, conducibilità elettrica, coefficiente di dilatazione termica, permeabilità magnetica e parametri reticolari).
PROPRIETA’ MECCANICHE
Proprietà di un materiale legate al suo comportamento elastico e plastico nel caso in cui sia applicata una sollecitazione. Le applicazioni cui questo materiale può essere dedicato dipendono quindi, ad esempio, dal
modulo elastico, dalla resistenza a trazione, dall’allungamento, dalla durezza e dal limite di fatica
PROVA DI DUREZZA BRINELL
Prova per determinare la durezza di un materiale mediante l’impiego di una sfera di acciaio temprato o di
carburo di diametro specifico a cui è applicato un carico determinato. Il risultato è espresso come un numero di durezza Brinell, ottenuto dividendo il carico applicato in kg per la superficie dell’impronta ottenuta in mm 2
PROVA DI DUREZZA KNOOP
Microdurezza determinate dalla resistenza del metallo alla penetrazione da parte di una piramide di diamante a base romboidale.
PROVA DI DUREZZA ROCKWELL
Prova di durezza basata sulla profondità di penetrazione di un penetratore specifico nel provino sotto determinate condizioni.
PROVA DI DUREZZA VICKERS
Prova per determinare la durezza di un materiale mediante l’impiego di una piramide di diamante a base quadrata a cui è applicato un carico determinato. Il risultato è espresso come un numero di durezza
Vickers, ottenuto dividendo il carico applicato in kg per la superficie dell’impronta ottenuta in mm 2.
PROVA DI TRAZIONE
Procedura con la quale viene determinata il comportamento di un metallo sottoposto ad un processo di deformazione unidirezionale.
PROTEZIONI
Per la protezione dei prodotti siderurgici piani generalmente si utilizza la carta che serve ad interfogliare le lamiere. Per le finiture particolarmente pregiate si fa uso di pellicole plastiche, opache o trasparenti, adesive.
La plastica ha il vantaggio rispetto alla carta di essere maggiormente deformabile e di consentire al materiale anche maggiore scorrimento. Generalmente la plastica viene rimossa dalla superficie solo a lavorazione terminata (a volte anche dopo le operazioni di montaggio), preservando la superficie durante tutti i processi.
RAME
è l'elemento chimico di numero atomico 29. Il suo simbolo è Cu.
Come metallo, possiede molte qualità che lo rendono molto utile per il mondo di oggi.
Le proprietà meccaniche del rame sono determinate dalla sua durezza, forma e duttilità, sono designate con la lettera H per la durezza e la lettera R per la carico di rottura. Il rame può essere così fornito nello stato fisico desiderato, ottenibile attraverso cicli termici o lavorazioni a freddo.
Il rame ha elevata malleabilità e duttilità, cioè la capacità di deformarsi in laminati e fili. Può essere quindi facilmente lavorato per deformazione plastica con ottimi risultati.
ALLUMINIO
L'alluminio è l'elemento chimico di numero atomico 13. Il suo simbolo è Al
Le leghe di alluminio, dette anche leghe leggere, sono leghe ottenute principalmente con la combinazione tra alluminio e rame, zinco, manganese, silicio, o magnesio. Le principali caratteristiche di queste leghe sono la bassa densità, l’elevata duttilità, l’elevata conduttività termica ed elettrica, un basso punto di fusione e resistenza alla corrosione in ambiente atmosferico soffrono di alcuni tipi di corrosione e per questo vengono trattate con dei procedimenti come l’anodizzazione o l’applicazione di vernice Le leghe di alluminio possono sviluppare rapidi fenomeni di corrosione galvanica se poste a contatto con l'acciaio inossidabile o con il titanio e le sue leghe.
RESISTENZA
La resistenza dei materiali si può calcolare con diversi metodi. Il primo è quello della prova di trazione, dove il materiale viene letteralmente allungato mentre uno speciale rilevatore a pennino ne individua (tracciandoli su di un grafico) i carichi di snervamento, carico massimo e carico di rottura. Le seconde prove consistono nelle durezze: Vickers, Rockwell e Brinell. Da queste prove si possono riconoscere i diversi materiali (più in particolare dei metalli).
RESILIENZA
Resistenza dell'acciaio all'urto; si determina sottoponendo un campione d'acciaio di forma unificata all'urto di un maglio particolare. Più precisamente la resilienza è definita come l'energia per unità di volume assorbita da un materiale portato a rottura in maniera fragile. La resilienza si misura sottoponendo un campione del materiale stesso a prova d'urto tramite un maglio a forma di pendolo (pendolo di Charpy), ed è ottenuta direttamente calcolando la differenza tra l'altezza iniziale da cui esso viene lasciato cadere e l'altezza che raggiunge dopo aver rotto il campione del materiale sottoposto a misura.
ROCKWELL
La prova di durezza Rockwell misura l'incremento della profondità dell'impronta lasciata dal penetratore, che può esser un cono di diamante con angolo al vertice di 120° o una sfera di diametro 1/8" oppure 1/16" a seconda della scala prescelta (ne esistono 15, ciascuna contrassegnata con una lettera maiuscola dell'alfabeto), sottoposto all'azione del carico dopo un precarico definito per ogni scala. Il numero di durezza Rockwell si ottiene per differenza tra 100 ed il doppio dell'incremento della profondità della penetrazione espressa in micrometri ed ottenuta in condizioni standard sotto un carico adeguato.
RUGOSITA’ SUPERFICIALE
La rugosità per un generico materiale dipende dalle irregolarità superficiali. Tali irregolarità hanno natura di vario genere, dovute essenzialmente all’azione delle macchine utensili. Il parametro Ra, la cui unità di misura è il micron, è quello più utilizzato e riconosciuto da tutte le normative mondiali per la misura della rugosità superficiale.
SATINATURA
E’ ottenuta nella forma più utilizzata partendo dalla finitura 2B mediante spazzole di abrasione; dona alle lamiere un aspetto satinato “brillante”
SKIN PASS
I nastri di acciaio inossidabile ferritici e austenitici sono spesso sottoposti dopo il trattamento finale di ricristalizzazione a una successiva laminazione a freddo. Quest’ultima prende il nome di skin pass (letteralmente passaggio pelle) e ha lo scopo di rendere compatta, piana e lucida la superficie, migliorando le caratteristiche del materiale dal punto di vista delle successive operazioni di finitura superficiale.
SLITTING (TAGLIO LONGITUDINALE)
Questa lavorazione consente di tagliare longitudinalmente nastri di acciaio per ottenere “frange” costituite da nastri di larghezza inferiore a quella di partenza.
Il nastro fornito in coil vene svolto da un aspo e passa, dopo essere stato spianato da una coppia di cilndri, tra coppie di dischi taglienti montati tra due alberi, uno superiore e l’altro inferiore. A valle, i nastri più stretti così ottenuti vengono avvolti spira su spira su un aspo in uscita.
SNERVAMENTO
Particolare discontinuita' nella deformazione degli acciai; in quelli inossidabili si assume come il carico unitario che causa lo scostamento dello 0.2% dalla proporzionalita'.
SPAZZOLATURA (SCOTCH BRITE)
Finitura superficiale che si ottiene per leggera abrasione meccanica sulla lamiera, principalmente partendo da un laminato a freddo, finitura 2B. Normalmente, non si parla di livelli di rugosità per la questa finitura. Al tatto risulta liscia come un 2B e non si apprezzano variazioni di rugosità significative prima e dopo la lavorazione.
SVOLGITURA
Operazione mediante la quale si svolge un coil caricato sull’aspo svolgitore per riavvolgerlo a valle della linea sull’aspo avvolgitore. Durante l’operazione la lamiera può avere subito lavorazioni di natura abrasiva o semplicemente è passata all’interno della linea per essere cesoiata al solo fine di ridurre le dimensioni del coil di partenza.
TEMPRA
Operazione di trattamento termico che consiste nel portare l'acciaio alla temperatura di austenitizzazione e nel raffreddarlo poi con i mezzi di spegnimento più opportuni (acqua, olio, sali ecc.) in modo da provocare la formazione di martensite.
TOLLERANZA
Margine entro cui e' permessa l'accettazione di un valore (es. tolleranza di spessore).
TONDO
Prodotto finito laminato a caldo, fucinato o trafilato, in barre di sezione circolare.
TRAFILATO
Prodotto avente differente forme di sezione retta, ottenuto per deformazione a freddo senza asportazione di materiale. Questa lavorazione conferisce al prodotto particolari caratteristiche di forma, precisione dimensionale e strato superficiale. Prodotto ottenuto dalla trafilatura, generalmente si tratta di barre tubi o fili tondi.